VIANDANTI

Canti d’Esilio nella Divina Commedia

Spettacolo Poetico Canoro attraverso il Castello di Dante

Sabato 22 settembre 2018 ore 21.00

In questa libera composizione scenica si è voluto far vibrare alcuni dei versi che Dante dedica al tema dell’ “essilio nelle tre cantiche della Comedìa, in uno spettacolo itinerante tutto rivolto al viaggio, al passaggio, al cambiamento, non solo da un ambiente all’altro del castello, ma anche da una parte  all’altra  dell’opera  di  Dante  e  da  una  parte  all’altra  dell’indole  dei  due  personaggi  protagonisti:

Bastiano e Frizzy-Rizzy. Infatti, lui, ben impostato mattatore del teatro tradizionale, inizialmente sa solo recitare e lei, donna di strada con l’innocente spontaneità infantile del mondo della natura, può solo cantare.

Dall’incontro, scambio e confronto con le sonorità dei versi di Dante, con la potenza del castello e  con  le  loro  reciproche  differenze,  Bastiano  e  Frizzy-Rizzy  si  scontrano,  smarriscono,  denudano, ritrovano, separano, rinnovano e trasformano. La loro curiosità giocosa li conduce verso imprevedibili selve oscure ricolme di mistero e alterità, fecondamente esiliati dalle loro abituali percezioni ed espressioni più familiari.

Bastiano e Frizzy-Rizzy nascono dall’immaginazione creativa di Lenny Graziani e Roberta Soldani, stimolata e guidata dalla tecnica di improvvisazione compositiva statunitense Viewpoints e dal lavoro sul personaggio di Michail Cechov. Tutte le parti cantate sono inedite e composte per l’occasione da Lali Mashvelia. In scena ci sarà anche la personificazione del Castello di Dante, creata dal giovanissimo Francesco Santini per aggiungere quel pizzico di sorpresa e “maraviglia capace di trasportare lo spettatore nel mondo incantato della fiaba. Stefania Maggini

Come ogni grande libro, e come ogni vita, la Comedìa di Dante è un cammino. Cammino arduo, impossibile forse, ma necessario: un pellegrinaggio verso la salvezza che muove da una perdita. Dall’esilio, esperienza  di  privazione  totale,  nasce  la Comedìa:  e  il  cammino  attraverso  i  tre  regni  dell’oltretomba altro non  è  che  un  ritorno:  “e  reducemi  a  ca’  per  questo  calle.  Ma quale  casa?  Il  bell’ovile  di  Firenze?

Progredendo nel suo viaggio, il pellegrino-poeta giunge a considerare la  vita, la  nostra vita, come  un  doloroso esilio. La vera patria, la patria comune, sarà dunque la patria celeste, la comunione in Dio; tale  era  il destino  di  ogni  creatura,  tale  è  la  meta  ultima  del  viaggio.

Nella  cornice  unica  del  Castello  di Dante,  tappa  documentata  nell’esilio  dell’Alighieri,  un itinerario scenico, poetico e musicale ci condurrà attraverso una rilettura a tre voci dei brani della Comedìa che all’esilio fanno esplicito riferimento. Non un canto ascolteremo che non stia nella Comedìa; non un verso che non sia di Dante. Il conflitto d’amore che si dipana tra i corpi e le voci degli attori, tra il polo femminile e il polo maschile, ripercorre “a ritroso” l’itinerario del pellegrino: dal Cielo delle Stelle Fisse, patria riconquistata, dov’è lo stesso progenitore Adamo ad indicare la causa dell’esilio del genere umano

– “Or, figliol mio, non il gustar del legno…” – fin giù nell’Inferno del Comune guelfo, dove dal rimpianto della città-matrigna, amata e odiata allo stremo, si leva profetica dignitosa e paterna la voce di Brunetto Latini:

“se tu segui tua stella…”

Lo spettacolo VianDanti terminerà dove il poema nasceva. Non per caso, né per azzardo: il cammino di un’anima afflitta, il poema dell’umana fratellanza, il destino di un individuo costretto a lasciare tutto nella sola speranza di sopravvivere, sono eventi che non la finiscono di cominciare. E che mai finiranno di riguardarci. Lorenzo Bastida

Testi di Dante Alighieri

Par XXVI 109-117, Par XXV, 1-9, Par X, 124-129, Par XXIII, 133-135, Par XVII, 46-69, Par VI, 127-

142, Purg XXI, 16-18, Purg VIII, 121-132,  Purg II 43-48, Purg XI, 133-142, Inf XV, 55-77, Inf X, 79-

81, Inf XV, 55-78, Inf XV, 49-56, Inf VI, 58-75, Inf. I, 1-60

Ritornelli:

Par XXVI 115-117

“Or,  figluol  mio,  non  il  gustar  del  legno  fu  per  sé  la  cagion  di  tanto  essilio,  ma solamente il trapassar del segno.”

Inf XV, 55-57

“Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto, se  ben  m’accorsi  ne  la  vita  bella;”

Partiture Canore – Lali Mishvelia

 

Regia – Stefania Maggini

Bastiano – Lenny Graziani

Frizzy-Rizzy – Roberta Soldani

Il Castello di Dante – Francesco Santini

Consulenza Testuale– Lorenzo Bastida

Assistenza alla Regia – Grazia Mazzoli

Costumi – Matelda Bigi

Luci – Alberto Artusi

Grafica – Casentino Promotion e Roberta Soldani

Video Registrazione– Luca Occhini

Foto di Scena  – Enrico Gori

 

“ Si canta quel che si perde ”

A. Machado