LA COMEDÌA A PASTELLI – COLORI IN SELVA

16 opere a pastello di Angela Maria Tuccinardi in un’installazione viaggio nel

Paradiso Terrestre di Dante Alighieri

Visita guidata in forma di fiaba per bambini di tutte le età, da zero a mille anni

 

RegiaStefania Maggini

Un Libro ParlanteLenny Graziani

Un Violinista – Adamo Rossi

Quadri Viventi – Samuele Puccini e Gabriele Acciai

CostumistiMatelda Bigi e Giovanni Rupi

AllestimentoIconarte

Foto di scenaRoberta Soldani

 

Castello dei Conti Guidi, Piazza della Repubblica, 1, Poppi (Ar)

Angela Maria Tuccinardi è una pittrice italiana che da molti anni vive e lavora in California.

Alla mostra farà seguito un CONCORSO DI DISEGNO a pastelli fra i visitatori, dal titolo: IoDante.

I migliori lavori, selezionati da una giuria di esperti, saranno premiati e inseriti quali illustrazioni nella pubblicazione:

La Comedìa a Pastelli – Colori in Selva.

Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura,

ché la diritta via era smarrita.

Inf. I, 1-3

I’ son Beatrice che ti faccio andare;

vegno del loco ove tornar disio;

amore mi mosse che mi fa parlare.

Inf. II, 70-72

Più non si va, se pria non morde,

anime sante, il foco:intrate in esso,

e al cantar di là non siate sorde.

Pur. XXVII, 10-12

Ricorditi,ricorditi! E se io

sovresso Gerion ti guidai salvo,

che farò ora presso più a Dio?

Pur. XXVII, 22-24

Lo sol sen va, soggiunse, e vien la sera;

non v’arrestate, ma studiate il passo,

mentre che l’occidente non si annera.

Pur. XXVII, 61-63

Vago già di cercar dentro e dintorno

la divina foresta spessa e viva

ch’a li occhi temperava il novo giorno,

Pur. XXVIII, 1-3

E quando il carro a me fu a rimpetto,

un tuon s’udì, e quelle genti degne

Parvero aver l’andar più interdetto,

Pur. XXIX, 151-153

sovra candido vel cinta d’uliva

donna m’apparve, sotto verde manto

vestita di color di fiamma viva.

Pur. XXX, 22-24

Tratto m’avea nel fiume infin la gola

e tirandosi me dietro sen giva

sovresso l’acqua lieve come scola

Pur. XXXII, 94-96

Io sentì mormorare a tutti “Adamo”

poi cerchiaro una pianta dispogliata

di foglie e di altra fronda in ciascun ramo

Pur. XXXII, 37-39

Non scese mai con sì veloce moto

foco di spessa nube, quando piove

da quel confine che più va remoto

Pur. XXXII, 109-111

Poscia vidi avventarsi ne la cuna

del trìunfal veiculo una volpe

che d’ogne pasto buon parea digiuna;

Pur.XXXII, 118-120

Sicura, quasi rocca in alto monte

seder sovresso una puttana sciolta

m’apparve con le ciglia intorno pronte;

Pur. XXXII, 148 -150

Dinanzi ad esse Ëufratès e Tigri

veder mi parve uscir d’una fontana,

e, quasi amici, dipartirsi pigri.

Pur. XXXIII, 112-114

Ma vedi Eünoè che là diriva:

menalo ad esso, e come tu se’ usa,

la tramortita sua virtù ravviva.”

Pur. XXXIII, 127-129

Io ritornai da la santissima onda

rifatto sì come piante novelle

rinovellate di novella fronda,

puro e disposto a salire a le stelle.

Pur. XXXIII, 142-145